Da un’indagine svolta da parte di Grant Thornton Consulting risulta che soltanto il 22% delle imprese italiane sia conforme al nuovo regolamento europeo sul trattamento dei dati personali, ovvero il GDPR.
Un dato poco confortante se si pensa all’importanza che riveste la privacy ed il gran flusso di informazioni personali che quotidianamente corre in rete e non solo.
Con lo svilupparsi di nuove tecnologie e la loro costante presenza nelle nostre vite, il tema della sicurezza assume ancor maggiore importanza rispetto al passato. Ogni azienda che si rispetti dev’essere accorta riguardo il trattamento dei dati raccolti: la privacy può essere decisiva per la “salute” delle aziende stesse, ma nonostante ciò in Italia la maggior parte di esse non è a norma.
Quest’aspetto è diventato talmente importante da richiamare l’attenzione della Comunità Europea: il regolamento sulla tutela dei dati personali, conosciuto come GDPR (General Data Protection Regulation) è stato promulgato proprio da Bruxelles con validità sovrastatale. Grant Thornton Consulting ha affermato che, per mezzo dell’Osservatorio Information Security & Privacy del Politecnico di Milano, soltanto il 22% delle aziende del nostro Paese rispetta appieno il regolamento, dopo 12 mesi dall’entrata in vigore. Nonostante la maggior parte delle imprese si sia avviata verso riforme in questo senso (precisamente il 59%), quasi il 20% invece sembra non si stia adeguando alla regolamentazione.
Tuttavia, rispetto allo scorso anno, in Italia gli investimenti inerenti la privacy e la sicurezza sono saliti del 9%: questo dato sottolinea come gli imprenditori siano sempre più sensibili verso questo settore. Un’altra notizia positiva deriva dal fatto che il 67% delle aziende ha intenzione di far in modo che gli investimenti in questo senso diventino una struttura portante all’interno dell’azienda, revisionando il registro dei trattamenti e adeguando modalità e strumentazione a favore di una maggiore sicurezza dei dati personali.
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